Riorganizzazione delle competenze UE: focus su salute e agricoltura
A seguito delle elezioni del Parlamento europeo dello scorso giugno, ha preso il via il processo di nomina delle massime cariche istituzionali dell’Unione europea per il quinquennio 2024 – 2029. Per quanto concerne, in particolare, la Presidenza della Commissione, la Presidente uscente, Ursula Von der Leyen, è stata confermata nel ruolo dopo essere stata proposta dal Consiglio europeo (ancorché non all’unanimità), ed aver ottenuto l’approvazione del Parlamento (con il voto favorevole dei Verdi, nonché della c.d. “maggioranza Ursula”, composta dal Partito Popolare Europeo, dai socialdemocratici e dai liberali).
Come prescritto dal Trattato sull’Unione Europea, la neo-eletta Presidente della Commissione ed il Consiglio dell’Unione hanno quindi individuato, sulla scorta delle indicazioni degli Stati membri, i candidati al ruolo di Commissario, nonché alle Vice-Presidenze esecutive: tutti questi, dopo essere stati auditi dalle competenti commissioni parlamentari, sono stati infine approvati dal Parlamento europeo e nominati dal Consiglio europeo.
Ciò posto, rispetto allo scorso ciclo istituzionale sono osservabili numerosi cambiamenti nei portafogli attribuiti ai membri della Commissione, a partire dalla relativa denominazione: in particolare, tale rimodulazione ha interessato anche le competenze del Commissario per la salute, il cui incarico è ora ricoperto dall'ungherese Olivér Várhelyi (sebbene la sua approvazione sia stata condizionata alla riduzione delle rispettive deleghe, dalle quali è stata sottratta principalmente la competenza in materia di salute sessuale e riproduttiva). In effetti, questi risulta attualmente responsabile per la “salute e per il benessere degli animali”, e non più per la “salute e la sicurezza alimentare” (come invece nello scorso quinquennio, quando tale portafoglio era stato assegnato alla cipriota Stella Kyriakides). Per contro, il Commissario per l’agricoltura (carica oggi attribuita al lussemburghese Christophe Hansen) vede espandersi la propria competenza anche al settore alimentare, essendogli stato affidato il portafoglio relativo ad “agricoltura e alimentazione”.
L’attribuzione della competenza in materia di sicurezza alimentare nel quadro del nuovo Collegio dei Commissari
Tale mutamento nell’ampiezza delle deleghe affidate ai due Commissari appena menzionati potrebbe dunque sollevare interrogativi circa l’allocazione della titolarità della competenza in materia di sicurezza alimentare, precedentemente sicuro appannaggio del Commissario per la salute. Ora, da un lato l’attribuzione di tale competenza al Commissario per l’agricoltura e l’alimentazione apparirebbe senz’altro coerente con l’impostazione che permea l’intero diritto alimentare europeo: in effetti, il considerando n. 12 del Regolamento (CE) n. 178/2002, architrave normativo della legislazione di settore, enuncia chiaramente che “[p]er garantire la sicurezza degli alimenti occorre considerare tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare come un unico processo, a partire dalla produzione primaria […], passando per la produzione di mangimi fino alla vendita o erogazione di alimenti al consumatore […], in quanto ciascun elemento di essa presenta un potenziale impatto sulla sicurezza alimentare”. D’altro canto, la sottrazione della competenza in discorso al portafoglio del Commissario per la salute parrebbe porsi in discontinuità con il c.d. approccio One Health, il quale, ormai ampiamente affermato sul piano internazionale, riconosce come la salute degli esseri umani, degli animali domestici e forastici, delle piante e dell’ambiente tutto siano strettamente connesse e dipendenti l’una dall’altra (in questo senso, v. One Health High Level Expert Panel (OHHLEP), The One Health Definition and Principles Developed by OHHLEP). L’implementazione di tale approccio richiede così l’adozione di una prospettiva olistica ed integrata, che parrebbe non poter prescindere dal tenere in considerazione gli effetti sulla salute umana che derivano non solo da fenomeni di contaminazione degli alimenti, ma pure dall’adozione di comportamenti alimentari e di pratiche agricole non sostenibili, che ad esempio promuovano lo sfruttamento antropico degli ecosistemi naturali e consentano così l’esposizione prolungata dell’uomo a specie animali selvatiche che potrebbero essere vettori di agenti patogeni capaci di infettare, tramite il c.d. fenomeno dello spill-over, anche gli esseri umani. Non a caso, infatti, si è sottolineato come, tra gli obiettivi di lungo termine da raggiungere attraverso l’applicazione dell’approccio One Health, si annoveri proprio il perseguimento di un modello di produzione agro-alimentare basato sul “[s]ustainable livestock and agricultural development with improved animal welfare and improved food safety and food/nutrition security” (così, One Health High Level Expert Panel (OHHLEP), One Health Theory of Change, p. 23).
Le competenze del Commissario per la salute ed il benessere animale come individuate nella lettera d’incarico
Ad ogni modo, la questione dell’attribuzione della competenza in materia di sicurezza alimentare, se oggetto di qualche dubbio a seguito della rimodulazione dei portafogli attribuiti ai Commissari per la salute e per l’agricoltura, risulta definitivamente risolta alla luce di quanto indicato nelle rispettive lettere d’incarico. Infatti, nel definire la portata delle responsabilità conferite al Commissario per la salute ed il benessere degli animali (nella persona, come già sottolineato, dell’ungherese Olivér Várhelyi), la neo-eletta Presidente Von der Leyen ha individuato, tra le sue attribuzioni, non solo il perseguimento di azioni strettamente riconducibili all’ambito della tutela della salute pubblica (quali, ad esempio, la lotta ai fenomeni di resistenza antimicrobica, ovvero la messa a punto di misure che consentano la prevenzione dell’insorgere di malattie nella popolazione, con particolare attenzione alla limitazione dell’accesso ai tabacchi da parte dei più giovani), ma gli ha anche riconosciuto competenze che, seppur sempre volte alla tutela della salute pubblica, si caratterizzano nondimeno per una certa trasversalità. Il Commissario per la salute risulta così affidatario del compito di promuovere il benessere degli animali (modernizzando parimenti le norme applicabili alle operazioni di importazione degli animali esotici), di prevenire e ridurre lo spreco alimentare, nonché di incentivare lo sviluppo sostenibile della filiera alimentare (anche attraverso la promozione dell’agricoltura e dei pesticidi biologici). Venendo poi alle attribuzioni in materia di sicurezza alimentare, la lettera d’incarico conferma l’allocazione di tale competenza in capo al Commissario per la salute ed il benessere animale, riconoscendo che quest’ultimo, nell’assicurare un’elevata protezione della salute e della fiducia dei consumatori, sarà altresì “responsible for the enforcement of food safety standards. Food safety standards should be based on the independent scientific advice and in consultation with EU Member States and stakeholders”.
Da quanto precede emerge dunque un assetto di competenze variegato, che, in piena applicazione dell’approccio One Health (richiamato anche nella stessa lettera di incarico), riconosce le strette interrelazioni tra tutela della salute umana, alimentazione e sostenibilità della pertinente filiera produttiva. Al fine di garantire il rispetto delle attribuzioni degli altri membri della Commissione, tuttavia, le menzionate competenze paiono godere di una differente ampiezza: in effetti, come sembra discendere dalla lettura delle risposte fornite dal candidato Olivér Várhelyi alle domande scritte postegli, a fini valutativi, dalle competenti commissioni parlamentari, il Commissario per la salute ed il benessere animale è chiamato principalmente a salvaguardare questi specifici valori collettivi, esercitando invece le altre sue competenze (sostanzialmente in materia di promozione, lato sensu, della sostenibilità ambientale del comparto alimentare) al fine di assicurare che, anche nel perseguimento dello sviluppo sostenibile della filiera, si tengano adeguatamente in considerazione le esigenze sanitarie di esseri umani ed animali.
La sinergia che si viene così a creare tra i differenti portafogli dei Commissari europei (specie tra quello per la salute e quello per l’agricoltura) pare dunque idonea non solo a promuovere la coerenza tra le politiche e le azioni dell’Unione (come richiesto, in termini generali, dall’art. 7 del TFUE), ma pure a garantire la piena implementazione dell’approccio One Health, aspetto che qui maggiormente ci occupa.