Pubblichiamo una sintesi dei dati e alcune riflessioni che il Consigliere IVASS Riccardo Cesari ha condiviso al Convegno “Long Term Care. Sviluppo e sostenibilità” (Roma, 17 luglio 2023).
Negli ultimi decenni l’Italia ha registrato:
- a livello demografico il progressivo invecchiamento della popolazione e la riduzione della natalità
- sul versante economico un rallentamento del tasso reale di crescita del Pil e l’aumento della disoccupazione.
L’effetto combinato di queste dinamiche compromette l’equilibrio di lungo periodo del sistema pensionistico di base.
L’Italia ha cercato di ridurre il ruolo dei sistema pensionistico pubblico e di promuovere il ricorso a prestazioni di carattere socio-sanitario di lunga durata per gli anziani non autosufficienti (Long Term Care – LTC), a partire dagli anni Novanta. L’obiettivo di rendere più diffuso il ricorso a forme assicurative che coprano i rischi della terza e quarta età, non è stato purtroppo raggiunto.
Assicurazione sanitaria delle famiglie italiane
Il mercato assicurativo italiano soffre di una strutturale e crescente sotto copertura nel ramo Danni (rapporto premi/pil pari a 1,9%, contro il 4,9% della media OCSE nel 2021) che si riflette in una situazione di sottoassicurazione sanitaria delle famiglie italiane.
Riccardo Cesari osserva: “La questione non si porrebbe se la sanità pubblica erogasse servizi adeguati, per quantità e qualità, alle esigenze della popolazione. Ma è ben noto che questo non è il caso. Nonostante la dura lezione del Covid-19, la spesa sanitaria pubblica, in rapporto al pil, è bassa nel confronto internazionale e decrescente nelle previsioni di bilancio”.
Spesa per LTC
- La spesa pubblica per LTC (spesa sanitaria, per indennità di accompagnamento e per altre prestazioni) è di circa 38 miliardi, pari al 2% del PIL ed è prevista in crescita al 2,8% nel 2070.
- La spesa privata (per le RSA e per l’assistenza domiciliare) è stimata in circa 33 miliardi (1,7% del PIL).
La raccolta delle polizze assicurative LTC è di soli 178 milioni di euro, pari ad appena lo 0,2% dei premi Vita, cui andrebbe aggiunta la componente residuale a copertura del rischio di non autosufficienza ottenuta col ramo Danni-malattia.
Per dare una soluzione strutturale al problema della non autosufficienza in Italia sarebbe necessario un sistema di partenariato Stato - Imprese - Terzo Settore basato sull’approccio mutualistico della contribuzione e della copertura. Nelle sue conclusioni Riccardo Cesari afferma:
“Lo Stato stabilirebbe le regole e garantirebbe un’adeguata deduzione fiscale dei versamenti; i datori di lavoro e i lavoratori verserebbero la rispettiva contribuzione; le imprese di assicurazione gestirebbero le risorse offrendo rendite monetarie o risarcimenti “in forma specifica” da imprese sociali specializzate nella cura delle persone, con adeguati presidi di vigilanza sulla qualità dei servizi”.
Fonte: IVASS