10 gennaio 2024

Annuario Istat 2023: Sanità e salute

Studi e statistiche

Pubblichiamo una sintesi dei dati relativi a sanità e salute dell’Annuario statistico Istat 2023 che evidenziano differenze territoriali e di genere.

Nel 2022, il 70,2% della popolazione ha dato un giudizio positivo sul proprio stato di salute, rispondendo “molto bene” o “bene” al quesito “Come va in generale la sua salute?”.

Più elevata tra gli uomini (74,1%) la prevalenza di persone che dichiarano di godere di un buono stato di salute rispetto alle donne (66,5%). Nella fascia di età 60 anni e più, il 47,4% degli uomini si considera in buona salute, contro il 37,6% delle coetanee.

Medici e pediatri

L’Istat ha documentato  la dotazione di medici di medicina generale e di pediatri convenzionati con il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Gli Accordi collettivi nazionali prevedono, salvo eccezioni, che ciascun medico di medicina generale assista al massimo 1.500 pazienti adulti (di età superiore ai 13 anni) e ciascun pediatra 800 bambini (di età compresa tra 0 e 13 anni).

  • I medici di medicina generale nel 2021 sono circa 40 mila. L’offerta nell’ultimo triennio è in continua diminuzione: nel 2021 si registra un calo del 3,5% rispetto al 2020 e del 5,1% rispetto al 2019. Nel 2021 si ha un valore di 6,8 medici ogni 10 mila abitanti, rispetto ai 7,1 medici del 2019 e 2020. A livello territoriale: 6,2 medici ogni 10 mila abitanti nel Nord-ovest,  6,3 nel Nord-est, 7,4 nel Centro e 7,8 nelle Isole.
  • I medici di guardia medica nel 2021 sono circa 10 mila, con un valore di 17,4 ogni 100 mila abitanti (-9,6% rispetto al 2020 e -10,1% rispetto al 2019).
  • I medici pediatri nel 2021 sono circa 7 mila: 9,2 ogni 10 mila bambini fino a 14 anni (-3,6% rispetto al 2020 e -5,2% rispetto al 2019).

Strutture sanitarie per l’assistenza residenziale

Il numero di posti letto nelle strutture sanitarie per l’assistenza residenziale è in lieve aumento nel 2021 rispetto al 2020, da 262 mila a 266 mila, così come i tassi per 10 mila abitanti, che passano da 44,4 posti letto del 2020 a 44,8 nel 2021.

In Italia nel 2021 ci sono 9,6 posti letto ogni 10 mila abitanti in strutture sanitarie semiresidenziali, in diminuzione rispetto al 2020. L’offerta presenta “una significativa disparità tra Nord e Sud, con valori per le regioni settentrionali decisamente più elevati rispetto a quelli del Mezzogiorno”.

Posti letto e ospedalizzazione

Nel 2021 in Italia i posti letto in regime ordinario ammontano a 209.568. Mentre gli anni precedenti sono stati segnati da una costante diminuzione del trend, nell’ultimo anno si registra un aumento dei posti letto ordinari dell’11% rispetto al 2018 e del 12% rispetto al 2019, in conseguenza della pandemia da Covid-19 che ha indotto a rafforzare la dotazione per l’assistenza dei pazienti in ospedale .

Il tasso dei posti letto in regime ordinario nel 2021 è pari a 3,5 per mille abitanti. Valori più elevati della media nazionale si osservano nel Nord, in particolare in Piemonte (4,5 per mille), Valle d’Aosta (4,3 per mille) e Lombardia (4,2 per mille). I valori più bassi si osservano nel Sud, in particolare in Campania (2,9 per mille) e in Calabria (2,8 per mille).

Le giornate di degenza, rispetto all’anno precedente la pandemia, diminuiscono di 6,2 milioni (-12%). Di conseguenza, la degenza media in ospedale per i ricoveri ordinari aumenta da 8,3 giorni nel 2019 a 8,5 nel 2021.

Mortalità infantile

Nel 2020 la mortalità infantile è leggermente diminuita rispetto all’anno precedente, con un numero di decessi pari a 1.053 e un tasso di 2,6 decessi per mille nati vivi, il valore più basso di sempre.

Nel Centro e nel Sud sono aumentati i tassi di mortalità infantile rispetto all’anno precedente, nelle altre ripartizioni sono diminuiti, in particolar modo nel Nord-est . Gli analisti osservano: “Se nel 2019 un bambino che nasceva nelle Isole aveva una mortalità nel primo anno di vita del 26% più elevata rispetto a uno nato nel Nord-est, nel 2020 tale percentuale diventa del 56%”.

Suicidi

Nel 2020 in Italia si sono osservati 3.712 suicidi (6,2 ogni 100 mila abitanti). L’evento riguarda prevalentemente gli uomini, 2.923 casi rispetto a 789 tra le donne, con rapporti per 100 mila abitanti pari rispettivamente a 10,1 e 2,6. Il fenomeno è nettamente in calo: si è passati da 7,3 suicidi ogni 100 mila abitanti nel 2000, a 6,2 nel 2020.

Fonte: Istat (Annuario statistico italiano 2023 | Capitolo Sanità e salute)

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