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23 settembre 2024

Resistenza antimicrobica: i nuovi emendamenti WOAH rafforzano la lotta all'abuso di antibiotici

Normativa

Il problema globale della resistenza antimicrobica

Lo scorso maggio, durante la 91° sessione generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale - "World Organisation for Animal Health" (WOAH), sono stati approvati alcuni emendamenti al Codice sanitario degli animali terresti (di seguito anche menzionato come “Codice Terrestre”), le cui disposizioni contengono regole (c.d. standard) applicabili in materia di tutela della salute e del benessere degli animali, nonché in materia di promozione della sanità pubblica veterinaria a livello globale. In questo senso, molte di queste norme codificano misure di prevenzione e di controllo degli agenti patogeni, ivi inclusi quelli responsabili di zoonosi, che possono trasmettersi agli animali terrestri (in particolare, a mammiferi, rettili, uccelli ed api), individuando così le azioni che gli Stati membri possono porre in essere al fine di scongiurare l’introduzione o la diffusione di agenti infettivi nell’ambito dei propri confini. Per tale ragione, gli standard individuati dal Codice terrestre assicurano anche la sicurezza degli scambi commerciali internazionali aventi ad oggetto animali e prodotti (principalmente alimentari) che da essi derivano, evitando nel contempo l’imposizione di barriere sanitarie che, in quanto sproporzionate o discriminatorie, ostacolano i flussi commerciali internazionali oltre la misura necessaria a tutelare la sanità pubblica veterinaria. Per questa ragione, le regole contenute nel Codice terrestre (così come negli altri testi contenenti standard applicabili nel contesto del commercio internazionale) risultano espressamente richiamate nell’ambito dell’Accordo sull’applicazione delle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell’Organizzazione mondiale del Commercio, che richiede ai suoi Stati membri di basare le proprie azioni normative a tutela della salute degli animali innanzitutto sugli standard internazionali stabiliti dal WOAH.    

Ora, tra i profili regolati dal Codice terrestre si annovera anche il controllo della resistenza antimicrobica, la quale, sostanziandosi nella diffusione di agenti patogeni resistenti ai farmaci antibiotici, rappresenta una seria minaccia alla salute pubblica mondiale, nonché alla sanità veterinaria globale. Gli emendamenti approvati lo scorso maggio, menzionati in apertura, riguardano, tra gli altri aspetti, proprio la disciplina applicabile in questa materia, la quale risulta contenuta nel capitolo 6.10 del Codice.

L’approccio "One Health" come strumento per contrastare efficacemente la resistenza antimicrobica

Pur nella numerosità delle modifiche apportate al Codice Terrestre, di particolare rilievo appare l’ulteriore implementazione del c.d. approccio One Health, dal momento che il fenomeno della resistenza antimicrobica deriva dalla somministrazione di farmaci antibiotici ad esseri umani e ad animali, nonché dalla conseguente dispersione di agenti antimicrobici nell’ambiente circostante: al fine di controllare efficacemente l’emergere di patogeni resistenti agli antibiotici, si richiede così una prospettiva regolativa olistica ed integrata, che tenga debitamente in considerazione come “the health of humans, domestic and wild animals, plants and the wider environment (including ecosystems) are closely linked and interdependent” (così, FAO, UNEP, OMS e WOAH, One Health Joint Plan of Action (2022-2026). Working together for the health of humans, animals, plants and the environment, 2022, p. 4)

Tale prospettiva regolativa, definita One Health poiché riconduce ad unità la tutela della salute umana ed animale, nonché dell’integrità ambientale, non rappresenta, in verità, una peculiarità dell’azione normativa dell’Organizzazione mondiale della sanità animale; al contrario, si tratta di un approccio ampiamente condiviso a livello internazionale, il quale, sebbene noto da tempo, è stato oggetto di rinnovata attenzione nell’ultimo decennio a causa delle crescenti minacce alla salute umana derivanti da fenomeni di degradazione ambientale (tra le quali può menzionarsi la stessa pandemia di COVID-19).  In effetti, anche il nuovo trattato sulla prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie, tuttora oggetto di negoziazione in seno all’Organizzazione mondiale della sanità, riconosce la centralità dell’approccio regolativo in parola.

Ciò posto, la necessità, ampiamente riconosciuta, di adottare una prospettiva di regolamentazione olistica ed integrata al fine di governare minacce alla salute umana ed animale si è tradotta, nel quadro del Codice terrestre del WOAH, in un’integrazione della previgente normativa in materia di resistenza antimicrobica, la quale, secondo la tradizionale prospettiva regolativa, non teneva adeguatamente in considerazione la dimensione ambientale di tale fenomeno complesso ed intersettoriale. 

Gli emendamenti in materia di contrasto alla resistenza antimicrobica

In quest’ottica, per mezzo del modificato par. 6 dell’art. 6.10.3 del Codice Terrestre, si è stabilito che l’Autorità competente ad autorizzare l’utilizzo di un nuovo farmaco veterinario contenente agenti antimicrobici dovrebbe poterne valutare l’impatto ambientale, sulla scorta dei dati forniti dall’impresa farmaceutica produttrice avendo riguardo all’eventuale dispersione nell’ambiente circostante degli agenti contenuti negli antibiotici somministrati agli animali, nonché ai possibili effetti di tali antimicrobici sui microrganismi presenti in loco. In particolare, si dovrebbe tenere conto di alcuni specifici fattori di rischio, ovverosia l’utilizzo delle acque di scarico degli allevamenti per l’irrigazione dei campi agricoli, l’impiego di fertilizzanti recuperati da materiale organico di scarto, o ancora la possibilità di trasferimento di microrganismi resistenti agli antibiotici nel quadro di talune pratiche veterinarie.

Nel caso in cui, all’esito di tale valutazione, si evidenzi il rischio significativo che il farmaco veterinario, se disperso nell’ambiente, contribuisca al rafforzamento di fenomeni di resistenza antimicrobica, l’Autorità competente per l’approvazione del prodotto veterinario dovrebbe discutere dell’adozione di appropriate misure di monitoraggio e di gestione del rischio.

Accanto a tale modifica normativa, si è altresì proceduto a rimodulare la WOAH List of Antimicrobial Agents of Veterinary Importance, richiamata in più punti dal Codice Terrestre. In particolare, tale documento, operante una classificazione degli antimicrobici autorizzati per uso veterinario, è stato modificato in modo da rispecchiare la categorizzazione applicata dall’OMS per quanto concerne gli agenti utilizzati in antibiotici somministrabili ad esseri umani. In particolare, l’atto in parola intende distinguere gli antimicrobici in ragione della loro rilevanza per la sanità pubblica veterinaria, individuando così gli agenti di fondamentale importanza (“critically important”), quelli di grande importanza (“highly important”) e quelli semplicemente importanti (“important”). Ognuna delle menzionate categorie è dunque oggetto di raccomandazioni specifiche, volte a ridurre l’uso degli antimicrobici in esse ricomprese al fine di preservarne l’efficacia. L’allineamento dei criteri classificatori utilizzati dal WOAH e dall’OMS nei rispettivi ambiti di competenza si colloca così nell’alveo dell’approccio One Health, poiché parte dall’assunto che il massiccio utilizzo di antimicrobici anche solo ad uso veterinario determini l’insorgere di fenomeni di resistenza agli antibiotici che si ripercuotono negativamente pure sull’efficacia dei farmaci somministrabili agli esseri umani.

In questo senso, l’approccio One Health si conferma pilastro dell’azione normativa dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale, specie in materia di contrasto alla resistenza antimicrobica.